giovedì 31 luglio 2014

Un passaggio nell'archeologia preistorica

IL RITORNO DEGLI ELOHIM
(40x50 cm, tecnica mista su tela)


Questo quadro è stato ispirato dalla mia visita presso il Parco di Naquane, i Massi di Cemmo e il Parco di Seradina-Bedolina, sopra il Lago di Iseo. Si tratta di siti Unesco per la loro straordinarietà: graffiti su rocce perfettamente levigate con rappresentazioni di scene di caccia, rituali e scene d'amore. 
Da questa visione, ho pensato a quella teoria che vuole la Terra colonizzata da antiche popolazioni extraterrestri (Atlantide ad esempio). 
Le basi dei miei dischi volanti hanno la riproduzione dei graffiti di quei bellissimi siti posti nel verde e nel silenzio.... che invito a visitare assolutamente... 

lunedì 28 luglio 2014

Un esercizio di spiritualità per risolvere l'afflusso dei pensieri negativi

LA PREDICA ALLE VACCHE
(50x70, tecnica mista su tela)


Esercizio: Si consiglia al lettore di provare questo esercizio di yoga inventato dal compilatore per eliminare i pensieri negativi.


1^ Fase: Porsi in posizione supina e incrociare le gambe avendo la superficie posteriore dei talloni di fronte ai glutei e le cosce aderenti al terreno; allineare il capo in modo da creare una linea unica con la colonna vertebrale; porre i palmi sull’addome in modo che i rispettivi pollici ed indici formino un cerchio intorno all’ombelico; chiudere gli occhi e porre l’attenzione alla parte bassa del ventre in modo da abbassare la respirazione; mantenere il respiro il tempo necessario per abbassare ulteriormente la respirazione: nell’ispirazione si cercherà di svuotare la mente e nell’espirazione si riporrà invece l’attenzione verso l’ombelico immaginando che le tossine fuoriescano dall’ombelico.


2^ Fase: Sollevare lentamente le braccia come se fosse un gesto automatico e porle in modo da disegnare un angolo retto con il dorso di ciascuna mano aderente al terreno e parallelo al capo; infine, ci si solleva aiutandosi con le braccia scorrendo piano piano e sempre automaticamente, non tralasciando mai la respirazione, fino a raggiungere la posizione del loto mantenendo il mento al petto fin quando non ci si è posti completamente in posizione seduta.    

sabato 26 luglio 2014

La locandina della mia mostra dell'autunno scorso


L'esperienza per strada...



Riporto questa mia poesia del 1999, nella quale sottendo che l'arte nasce dall'osservazione per strada....

Racconti

I

Sedevo accanto a una nonna col nipote.
Lui faceva i compiti per la scuola e chiedeva
alla nonna di aiutarlo. A parole sue, lei cercò di spiegare
il funzionamento del frigorifero, sostenendo
che avrebbe fatto il botto una volta rotto.
Il nipote trascrisse ogni cosa.
A sera lesse le parole
e risero anche i cugini.
II
Sedevo di fronte a un cameriere di trent’anni
che lavorava nella villa da dieci anni.
Quel pomeriggio ebbe un collasso per stress.
Dormendo – nell’angolo tra le sedie accatastate
sbadigliò nel sonno.
E mentre i camerieri apparecchiavano
ce n’era sempre qualcuno che sghignazzava.
III
Sedevo con la fidanzata davanti al paesaggio.
Arrivò una seicento guidata da una ragazza – al suo
fianco c’era il fidanzato. Lui cominciò a picchiarla
sulla testa con la manona. Lei abbassando il viso
piangeva.
IV
Sedevo sulla panchina; di fronte c’era
una bambina che mescolava – con un bastone
un miscuglio schifoso in un pentolino:
dentro galleggiava – tra l’erbaccia e l’acqua
salata – un colombo ancora vivo.
V
Sedevo infine nella sala d’aspetto della
stazione. Entrarono dei ragazzi
che chiamarono pazza una barbona.
Lei pianse sul petto – erano elettrici i capelli
e rosa la nuca. Poi la urtarono con calci
e schiaffi. E compresi che erano barboni
venuti per trascorrere la notte.

Post-scriptum:
chissà perché
tra simili
mai ci sarà
solidarietà.
1999

mercoledì 23 luglio 2014

Una mia riflessione sull'evoluzione del pensiero sul divino attraverso le religioni del mondo

 Schema esoterico del disegno divino attraverso le religioni ortodosse**


Le religioni ortodosse politeiste

INDUISMO
( 0 – 0/ KETER )



BUDDHISMO                     EBRAISMO
               ( 2/ BINAH )                    ( 1/ HOKHMAH )




CRISTIANESIMO
( 3/ TIFERET ( COMPASSIONE ):
Concetto di Cristità/Buddhità: Gesù, Buddha, Mosè, Abramo, Maometto, Gandhi… )



ISLAMISMO
( 0 – 0/ KETER ( TRONO ) )

______________________
** Questo è lo schema che riassume il rapporto tra le religioni ortodosse secondo il disegno divino. Nell’analisi si è voluto considerare solo le religioni ortodosse, appunto, includendo in ognuno degli schieramenti anche le sottoscuole, essendo esse delle varianti, rispetto alle dottrine ortodosse, ma pur sempre inscrivibili nelle ultime.


L’affermazione delle religioni ha rappresentato per l’essere umano la sua capacità di interpretare spiritualmente la realtà.
Le religioni politeiste hanno avuto storicamente il compito di aiutare l’uomo a porsi il problema di definire spiritualmente i fenomeni naturali. Niente è frutto di una mera casualità materialistica, piuttosto di un valore spirituale più ampio.


L’Induismo poi ha cominciato a porsi in modo più sistematico il problema del valore spirituale del mondo; pur non riuscendo completamente ad allontanarsi dalla dimensione politeista, ha con la metodologia della mistica posto l’attenzione alle connessioni esoteriche che legano i fenomeni naturali.


L’Ebraismo prima e il Buddhismo poi, hanno spostato il discorso su un piano totalmente metafisico, interpretando la Creazione con dinamiche filosofiche e parlando di Sommo Creatore come di Assoluto (come aveva già intuito l’Induismo), ma in maniera più sistematica anche grazie alla Cabala e ai mistici. L’Ebraismo ha raccontato la volontà divina secondo la sfera del mascolino (1), rappresentando il rapporto 0/1 come una gerarchia.


Il Buddhismo, inteso il Sommo come Assoluto e Insondabile, ha anche intuito la condizione di frustrazione e di disorientamento che il divenire della realtà determina nell’uomo. Ha sviluppato una visione solidale tra gli attori della realtà (sfera del femminino/2) ponendo l’accento sulla visione di una divinità interiore alla condizione esistenziale e non esterna come per le religioni che rimandano tutto a una volontà divina, intesa come entità spirituale e personale.


Il Buddhismo (2) e l’Ebraismo (1) hanno costituito i poli opposti della visione divina; interagendo, hanno sviluppato il valore della complementarietà della creazione (1/2 e 2/1), condizione determinata dall’allontanamento dell’essere umano dalla sua dimensione archetipa quando era androgeno e il suo corpo copriva interamente le dimensioni del cosmo (peccato originale causato dalle false opinioni).


A questo punto una volta intrapreso il cammino della complementarietà, le religioni hanno tutte convogliato verso l’affermazione del valore cristico del pensiero divino: la perfetta compassione     (armonia del sé con il sé e l’altro da sé). Ogni tanto si è incarnato lo spirito della perfetta compassione, che il Cristianesimo per la prima volta ha analizzato con sistematicità, ma rilegando solo a Gesù tale qualità e tralasciando tutti i passaggi di Cristo Universale nel corso della storia di questo pianeta e di tutti gli altri mondi nei quali sicuramente Egli si è manifestato. Lo scopo della sua manifestazione è stato guidare l’uomo (dopo aver ricevuto tutte le leggi di condotta morale da Mosè e i suoi predecessori) verso la perfetta compassione.
L’Ebraismo attende il Cristo che non ha riconosciuto in Gesù; i Mussulmani e i Cristiani attendono il ritorno del Gesù non più come legislatore ma come giudice, alla fine dei tempi.
Il Corano, infine, ha ricordato ancora una volta all’uomo di rifiutare categoricamente l’idolatria, ogni feticcio esterno, in virtù di un ritrovato dialogo interiore con la propria dimensione divina, non cercando più il miracolo o l’eccezionale, ma riconducendo tutto il senso nel Verbo e nella Parola di Sommo Creatore espressa nei Testi Sacri. 


Da quanto detto fin qui, la Compassione è il primo di tutti i principi etici.

Canti dell'Aldila' (C)

Preambolo

I
E la terra copre lo sguardo rivolto
al cielo. Solamente buio da questo
momento; mai più cromatismi
e le nuvole passeranno senza
il battere delle ciglia
commosse.

II
Si spegne l’ardore nella bassa marea;
il marciapiede mai battuto si confonde
con la strada; come le statue di Buddha
abbattute dai talebani e poi dimenticate.

Aldilà 1

I
Come in un video
il giudizio arriverà in una camera candida
alle spalle gladioli che dovrai meritare
un sentiero di brillantini
e tutta la tua fantasia migliore.

II
Rivedrai la vita
e capirai che è come una corda che si annodava
alla guida del suo sostegno;
spesso le azioni erano intervallate
da discordi da barbiere.

III
Poi la liberazione
sarà come un tuffo nella luce; getterai le esperienze
sui gladioli; ti solleverai e la percezione
diventerà tridimensionale, un arcobaleno
come un caleidoscopio.

Aldilà 2

Vedere ogni cosa dall’alto e così
sentire come un ricamo di organza
un po’distrattamente nello sguardo.

Aldilà 3  

I
Come alabastro che luccica
dopo tanti anni di attesa
la vita infine sarà diventata erba
cresciuta spontaneamente con i suoi
odori nella calura delle marmitte.

II
Come ragnatele di perle iridescenti
sospese sui miei occhi con una musica
sarà come la spossatezza del mare
per la prima volta il sospiro del suicidio.

Aldilà 4

I
Ogni pensiero negativo
la mia vita renderà possibile
mulinelli sulla battigia
la vita avrà soffiato dentro
luci fioche
che la vita ha con sé.

II
Ogni pensiero positivo
la mia morte renderà possibile
foglie dorate perdute quando sono nato
la morte mi restituirà
riquadri dorati
che la morte ha con sé.

Aldilà  5

Attraversare la vita
senza il piacere dell’amore
sarebbe stato un inutile dolore;

ma io amai la vita
quanto l’amore
che essa regalò al mio sguardo.

Aldilà 6

C’è un luogo nascosto dal fogliame
appena una conca nella vegetazione
dove sotto un arcobaleno di goccioline
gli spiriti fanno il bagno nelle acque termali.

Aldilà 7

I
La rosa del giardino più intimo
è più difficile da regalare. Senza spine
da sola è cresciuta nell’arsura di una parola
gentile.

Il sole l’ha resa più luminosa del sole
ma ha sofferto per tutta la vita nell’aia
stemperata da multicolori fiori di camposanto.

II
L’incontro delle amicizie trascorse non avverrà
senza il ricordo dell’afa esalata nelle notti cattive;
già troppe volte in vita dovemmo sfilare l’orlo di madreperla
e gli equivoci da spiegare saranno fin troppi.

Ma il sole sarà un concetto interiore
il fuoco una sensazione di madreperla;
chi avrà già fatto il bagno di umiltà
verserà coppe su coppe di aranciata sultanina.

III
Infine la visione di insieme ci renderà così umani;
picnic per tutto il giorno astrale con l’ombelico da fuori
color di madreperla; poesia a rallentatore questo amore
per l’eternità la vita ci sembrerà un discorso di adolescenti.

Potere del perdono e la discesa nella valle con i brillantini;
ci ricorderemo dell’ansia quotidiana come di una pentola di ceci;
saremo il burro sciolto e la menta del bacio del perdono.  

Aldilà 8

I
Un serafino con ali di cigno catturerà l’anima
come un acquario di trote prigioniere di un sogno:
risalire il ruscello d’argento al quale appartennero.

II
I cieli si disporranno in senso orizzontale perché
l’anima sarà l’armadio con il bucato appena stirato:
odore di erba bagnata e il bosco sarà la meraviglia.

III
Gli antichi affetti perduti daranno il benvenuto;
tutto sarà così chiaro come un vetro appena pulito;
così tante sfumature del rosso in realtà non supponevo.

Aldilà 9

I
Sarò per sempre il fiume nel crepuscolo
quando le zanzare si appoggiano con fiducia
e l’acqua è il pettine delle alghe e delle rane.

II
Da qui contemplerò il disordine della mia antica
ansia di non sapere con certezza se poter credere
alle luci che intravedevo se da bambino mi svegliavo.

Aldilà 10

E sarò una tenda abbinata a tutto l’arredamento
con pensieri pieni d’amore verso tutto il creato;
un ferro da stiro che non dovrà mai più distendere;
una valigia piena di souvenir per i parenti trascorsi.


Noi siamo già divini!

LA POSSIBILITA'
(30x60 cm, tempera e acrilico su tela)

Come dicono i Vangeli se solo noi avessimo fede saremmo come Gesù e gli illuminati. Cioè tutti siamo chiamati ad essere divini, perché Dio non è fuori da noi (dualismo) ma è in noi e noi siamo fatti della stessa materia dell'universo. Per questo siamo già esattamente perfetti solo che non ci crediamo. 

martedì 22 luglio 2014

a mio padre....

L'ALCHIMISTA DEL COLORE 
(80x60 cm - tecnica mista: pennarello, uniposca, tempera, acrilico e vernice per pareti)

Questo quadro che ho presentato alla mia personale nell'autunno del 2013, è un ritratto di mio padre che non c'è più da 24 anni. A lui ho dedicato anche il mio romanzo L'ARIA NELLE NARICI, come gli avevo promesso. Ho mantenuto la parola.... ora spero che in tanti lo leggano....
A lui dedico questa mia poesia del 1998:



Anniversario
a mio padre
Non ci sei più da sette anni
ed è strano che solo l’anno scorso
abbia sentito la tua mancanza!

Per qualche tempo fu sopita
dalle giacche nell’armadio
dalle ultime ciabatte nel comodino
e dai capelli sul cuscino.

Abbiamo atteso che tornassi dal lavoro
ogni pomeriggio, per qualche mese. Poi
più nessuno ha irrigidito il collo
se la chiave è entrata nella toppa
a quell’ora
ed era solamente una sorella.

Mi capita di sentire il tuo alito
in bocca
e l’odore della pelle
nei libri.

Sei da coniugare al passato
ma perdona se ti parlo al presente
e mi arrabbio sempre.

Poi l’anno scorso mi sei mancato! E’ stato in macchina:
zoppicavi dall’altra parte del marciapiede, verso il negozio
a comprare i pantaloni per la festa.
Agosto/98

martedì 15 luglio 2014

Il mio romanzo L'Aria nelle narici.

Ciao! Eccovi la copertina e il link del mio romanzo L'ARIA NELLE NARICI  pubblicato su Amazon in formato ebook. Vi attendo per leggerlo e lasciarmi una recensione!!!!!!!!!!!!!!
Grazie
http://www.amazon.it/Laria-nelle-narici-Giancarlo-Giudice-ebook/dp/B00LMK2L6S/

©L'aria nelle narici

lunedì 14 luglio 2014

La nuova "Eva"

EVA
Questo mio quadro si intitola appunto Eva.
Costituisce la mia personale interpretazione della prima donna. Una donna emancipata, che del frutto del peccato se ne fa persino un'acconciatura. Le mele grondano un succo dolce che lei lecca sfacciata. La donna oggi ha il vero potere di cambiare le dinamiche sociali, però non deve appiattirsi e sottostare alla mentalità maschile. 
CARO GESU'

La Teoria della Causa

Il mio problema cardine è che non sopporto gli altri esseri umani. Penso, con tutta franchezza, che chiunque direbbe la stessa cosa, perché quasi la totalità dei problemi nella vita sono sempre di natura relazionale; nel rapporto con gli altri, nascono i problemi che da sempre affliggono la storia.
Fatta questa premessa, la domanda naturale è: come posso coesistere con gli altri serenamente e nella felicità?
Quando ci relazioniamo agli altri, osserviamo le reazioni dell’interlocutore e vediamo la sua immagine. Essendo noi strutturati in modo da dover percepire il mondo solo con sensi esterni, cioè con gli occhi che guardano fuori di noi, con il naso che sente gli odori dell’ambiente, con il tatto che tocca gli oggetti ecc. siamo abituati a dare dei giudizi, in quanto non possiamo vederci materialmente dentro di noi e quindi la pagliuzza nell’occhio del vicino per forza sarà sempre più grande della trave che sta nel nostro occhio. E per quanti sforzi faremo di guardare dentro di noi, se lo faremo, per la maggior parte delle volte sarà stato solo il frutto dell’educazione a questa osservazione, cioè non avremo visto dentro di noi veramente, ma semplicemente avremo risposto a un consiglio o a un ordine o a un altro giudizio di un’altra persona che ci avrà spinto in quella direzione e noi avremo assecondato magari umiliandoci e ritenendoci sbagliati, per mezzo di schemi mentali volti ad imitare comportamenti ed azioni ritenuti giusti nella cultura della società a cui apparteniamo.
Perciò, come posso guardarmi dentro se non ho gli strumenti per farlo? E inoltre non posso chiederlo ad altre persone, perché non sono me e mi darebbero solo consigli culturali?
In realtà non dobbiamo affatto osservarci dentro, perché dentro non c’è niente che già non ci sia fuori. Solo che noi distinguiamo tra dentro e fuori, tra individuale e collettivo, tra me e te. Questa distinzione crea il primo dissidio.
Il secondo è la reazione che in me si produce di fronte al comportamento del mio interlocutore: immediatamente metto in atto una serie di schemi mentali culturali e produco giudizi frutto di questi schemi, che mi fanno reagire determinando effetti convulsivi del tipo: un atteggiamento snob = mi sei antipatico, ecc.
Il fatto è che noi siamo abituati a vedere solo l’effetto e mai ci poniamo nella direzione della causa; ad esempio, perché è snob? Ma ci accontentiamo solo di verificare se il comportamento o altro del mio interlocutore sia o meno congruente con i miei schemi mentali e se è così è mio amico altrimenti nemico; perché per rispondere a stimoli sempre più frenetici, non importa spendere troppe energie, è più comodo soffermarci alla prima impressione e chiudere la partita con un giudizio sbrigativo e sintetico: lui è uno stronzo, ad esempio.
Come uscirne?
Mentalmente poniamo un altro noi davanti all’interlocutore: questo assorbirà immediatamente l’effetto (cioè la reazione fisica e spirituale al comportamento e all’immagine dell’interlocutore). Noi siamo dietro le spalle del nostro io fittizio e osserviamo distaccati, perché non stiamo partecipando ad esempio alla conversazione, senza veemenza o altro sentimento. Siamo calmi, osserveremo che siamo straordinariamente calmi e potremo vedere l’energia che giunge dall’interlocutore che effetti benefici o negativi sta determinando ad esempio sul nostro corpo.
Poi chiediamoci: qual è la causa di questo effetto? Perché l’interlocutore sta reagendo così?
Ma non fermiamoci solo a questo… Andiamo a ritroso ancora, a quel confine che c’è dietro l’interlocutore, lì dove l’individualità è talmente labile che è prossima al tutto: come quando fissando un albero, poi decidiamo di fissarlo da una vetta e esso appare immerso nel paesaggio tra tanti altri alberi e perciò stiamo in realtà confondendolo sempre di più con il bosco man mano che saliamo sempre di più. Insomma, arriviamo al punto in cui l’interlocutore è solo un essere umano come me, senza più osservare le caratteristiche superficiali che costruiscono l’individualità del mio interlocutore. A questo punto la reazione che io avrò di fronte alla reazione dell’interlocutore sarà la compassione: cioè, risponderò non a un individuo ma a tutto l’universo e davanti avrò l’intero universo e non solo una sua parte, perché attraverso quella parte in realtà sto comunicando con il tutto che passa attraverso l’individualità.
La compassione distrugge così l’ego, che esiste perché serve a compensare ciò che mi manca: cioè l’amore e il riconoscimento dell’amore universale. Allora dico io per dichiarare che mi manca qualcosa; ma se sono oltre l’individualità cos’altro mi può mancare? Nulla, perché al tutto non manca niente. Abbraccio, ma non abbraccio te; in realtà attraverso te (che sei un mezzo) abbraccio il tutto. Poi, come posso verificare di essere nella totale compassione?
Lo sarò quando avrò determinato un orientamento dell’energia cosmica a mio vantaggio. Cioè, l’universo si farà carico del mio benessere attraverso la mia compassione.
Esempio: Gesù veniva ospitato e sfamato senza lavorare. Lo stesso valse per Buddha e per tutti gli altri Maestri Spirituali. Cioè l’universo crea le condizioni affinché l’individualità sia sempre nella benevolenza della collettività perché quell’individualità esprime e direi è la collettività.
Quindi quando Gesù diceva di non preoccuparsi dei beni materiali, ma di creare bene verso Dio, intendeva che nella compassione il tutto sfama il tutto (che l’individualità compassionevole veicola).
GIANCARLO GIUDICE


venerdì 11 luglio 2014

Un esempio di femminismo


L'ESEMPIO

Oggi mostro questo mio quadro (30x40 cm) eseguito con tecnica mista. 
Rappresenta una donna crocifissa dalle cui ferite sgorgano dei fiori che hanno inondato completamente il suolo sottostante, mentre delle donne incinte sono intente a raccoglierli, sotto un cielo che sembra spaccarsi in due. 

Osservando in particolare la donna crocifissa, si può osservare che al collo porta una collana e la vita è stretta da una cintura. Sono i classici simboli con cui nel Medioevo si era soliti rappresentare la verginità perpetua della Madonna. Infatti, nell'immagine la donna crocifissa è l'unica a non essere in stato interessante. Quindi, l'Esempio di cui voglio parlare è quello della Madonna. Naturalmente i simboli identificativi sono solo per identificare il soggetto, non faccio alcun riferimento ai dogmi teologici.
Nei miei studi mistici, una particolare attenzione l'ho rivolta agli studi mariani. 
Maria è certamente una figura molto interessante, e oggi, paradossalmente, la ritengo l'esempio di femminismo più audace che io conosca, aldilà degli stereotipi che la banalizzano. 

Infatti, studiando le varie apparizioni mariane (segnalo la visione mistica di Angela Volpini, che a Casanova Staffora in provincia di Pavia per 9 anni, e dall'età di 7 anni, vide per 80 volte la Madonna), questa figura si è arricchita di simboli e determinazioni che valicano lungamente il ristretto ruolo occupato nei Vangeli.

La sua peculiarità consiste nell'aver SCELTO COSCIENTEMENTE la via dell'amore, e non solo al punto d'averlo incarnato ma da averlo persino partorito. Rigenerandosi, direi, ricreandosi come anima nuova (vergine) si è autodeterminata per diventare essa stessa amore. E solo nella relazione adesso con l'umanità che l'amore può continuare ad esistere, perché un amore che si rivolge solo verso se stessi è lettera morta. 
Così nel mio quadro i fiori che spuntano dal dolore della Madonna (inteso dolore come sforzo di autogenerarsi per essere totalmente aperta ad accogliere l'amore, le donne possono a loro volta generare con la progenie futura i destinatari dell'amore/relazione. 
La vergine che ha partorito l'Amore, insegna la via dell'amore alla donna, perché è lei che partorisce l'umanità futura e ha l'opportunità di generare uomini e donne votati all'amore universale.