Riporto la recensione rilasciata dalla Galleria TEDOFRA, sede della mia ultima personale.
La Galleria Tedofra di Bologna ospita ‘Metrica Esoterica’ di Giancarlo Giudice
Una pluralità di temi e di riferimenti che si rispecchia nella molteplicità delle tecniche utilizzate, nessuna esclusa: dalla tempera all’acquerello, dall’olio all’acrilico. Una fusione di stili sulla tela che vuole, altresì, unire gli stili pittorici del passato, con riferimenti che da Klimt, conducono agli Impressionisti, passando per i Realisti, in un continuo andirivieni tra passato e presente che è metafora della vita stessa, quella che Giudice vuole celebrare con la sua opera
Bologna, 01/10/2013 (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura) La Galleria Tedofra ospita ‘Metrica Esoterica’ di Giancarlo Giudice. A Bologna la prima del pittore autodidatta campano.Chi al cospetto delle tele ne scoprisse la fonte unica d’ispirazione, resterebbe doppiamente stupito: una passeggiata sulle colline di Brisighella, a sua volta ispiratrice di una silloge di 39 componimenti, tutti realizzati di getto tra l’ottobre e il novembre del 2006.
Una raccolta inusuale di liriche, tutte aventi quale titolo il nome della tipologia di composizione metrica di riferimento (Sonetto, Madrigale,…), realizzata nel tentativo di unire la globalità delle espressioni linguistiche motivato dal desiderio di armonia universale, che è il medesimo fattore accomunante tutte le tele della collezione.
Da qui, solo il perché della ‘Metrica’ del titolo della Mostra (in esposizione fino al 10 ottobre presso la Galleria Tedofra di Via delle Belle Arti 50 a Bologna), che diventa ‘Esoterica’ - da intendersi quale ‘nascosta’ – tiene a precisare l’autore – sia perché parte delle tele sottendono integralmente alcuni componimenti della silloge, sia per la spiritualità di cui sono impregnate. Una spiritualità profonda, frutto della grande passione e relativo studio che Giancarlo Giudice, autodidatta dalla formazione umanistica (studi liceali e due Lauree, una in Scienze della Comunicazione, l’altra in Scienze Politiche) e bolognese d’adozione, ha profuso, nel tempo, per le principali religioni e culture del mondo, rafforzando la teoria con il riscontro fisico del viaggio.
Di ritorno dal Sahara, ho voluto portare con me un pugno di sabbia del deserto che è diventata parte integrante della struttura di una delle due sculture della Mostra – ci confida Giancarlo – Il Medioriente è la culla della civiltà, quindi ciò da cui tutto si è generato, anche la mia sete di conoscenza – conclude.
Una pluralità di temi e di riferimenti, quindi, che si rispecchia anche nella molteplicità delle tecniche utilizzate, nessuna esclusa: dalla tempera all’acquerello, dall’olio all’acrilico. Una fusione di stili sulla stessa tela che vuole, altresì, unire gli stili pittorici del passato, con riferimenti che da Klimt, conducono agli Impressionisti, passando per i Realisti, in un continuo andirivieni tra passato e presente che è metafora della vita stessa, quella che Giudice vuole celebrare con la sua opera. Vita che è da intendersi come ‘perenne ricerca dell’amore’ – commenta l’artista – ‘raggiungibile solo se in sintonia con l’energia universale’, quella che il suo pennello ha tentato di carpire nella sua opera.
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